Welfare

L’homecare viaggia via cavo

La telemedicina apre nuove frontiere per l’assistenza domiciliare: per i malati cure più umane e meno costose

di Benedetta Verrini

L?elettrocardiogramma si fa a casa, con uno strumento collegato al telefono che registra i battiti del cuore ed elabora il referto in tempo reale. Anche la pressione si misura quotidianamente tra le pareti domestiche, e il dato viene inserito in una cartella clinica computerizzata. La visita medica? Nessun problema: basta installare una piccola telecamera e il medico o l?esperto si materializzano nello schermo della tv e domandano al paziente come sta, aggiornando la cartella clinica e scambiando due chiacchiere con lui?Sono le nuove frontiere dell?assistenza domiciliare prospettate dal Comitato ?Gigi Ghirotti?, che da più di vent?anni fa opera di sensibilizzazione nel campo dell?assistenza ai malati oncologici e di supporto agli enti di ricerca e di trattamento. Questa combinazione di assistenza clinica e tecnologia, definita ?Progetto Clessidra?, nasce dalla preoccupazione di assicurare un vero e proprio ?ospedale virtuale? a quei malati terminali che dopo il ricovero in ospedale tornano tra le pareti domestiche ma continuano ad aver bisogno di un costante monitoraggio medico. La telemedicina si presta a una lunga serie di interventi a domicilio che fanno risparmiare notevolmente in termini di tempo e costi. L?unica cosa che davvero non ha nulla a che vedere con questi scenari virtuali votati all?ottimizzazione del sistema Sanità, viene da obiettare, è la malattia. È difficile non chiedersi fino a che punto sia importante per un malato in gravissime condizioni l?efficienza garantita dalla tecnologia rispetto al bisogno di un sostegno umano, fornito dalla presenza fisica del medico. «La tecnologia mi serve solo se mi aiuta ad essere più vicino al malato», precisa il professor Alberto Scanni, primario oncologo al Fatebenefratelli di Milano. «Certo, non deve essere un involucro vuoto incapace di interpretarne i bisogni. Quando parliamo di malati terminali sappiamo di dover fare i conti con persone che vivono nella paura e che non sanno esprimere esattamente le proprie esigenze, ed è in queste situazioni che deve intervenire l?apparato sanitario, offrendo alle famiglie un supporto costante. Il progetto di ospedale virtuale è una buona cosa se mi permette di garantire un collegamento tra malato e struttura sanitaria anche dopo il periodo di degenza in ospedale. Può anche rappresentare un supporto psicologico molto forte, dare sicurezza ad un nucleo familiare duramente colpito, però deve operare in collaborazione con l?équipe di assistenza domiciliare (i medici, gli infermieri, gli psicologi, i volontari) che deve comunque continuare a recarsi sul posto». ?Clessidra? è stato sperimentato in una decina di centri italiani in collaborazione con i volontari e con il finanziamento di donazioni private. Il centro nevralgico del sistema è rappresentato dal centro d?ascolto, gestito da un teleoperatore sanitario, presso cui s?indirizzano tutte le chiamate dei malati e tutte le informazioni registrate dagli apparecchi biomedicali. È il centro d?ascolto che si pone come intermediario tra il personale medico e la famiglia, che prende l?iniziativa in caso di emergenze e che tiene aggiornata la cartella clinica. Secondo gli ultimi dati resi noti dall?Oms, oltre l?85% dell?assistenza a lungo termine nei Paesi industrializzati viene sostenuto da figure non professionali, come il coniuge, i figli, i parenti o gli amici. A costo zero per lo Stato. Info.: ?Centro d?ascolto Gigi Ghirotti? telefono 06/8416464 (dal lunedì al venerdì , dalle 10 alle 19).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA